Quello delle liste di attesa è un problema talmente radicato che il rischio è che prevalga la rassegnazione e di conseguenza il convincimento che non c’è altro rimedio che pagare i centri privati per curarsi o fare qualche accertamento diagnostico.
Questo in Lombardia rappresenta un vero e proprio ostacolo per i cittadini e le cittadine ai quali viene impedito, di fatto, di esercitare il diritto alla salute garantito dall’art. 32 della nostra Costituzione.
Le riforme del sistema sanitario regionale che sono state adottate dal 1997 al 2021 hanno apportato delle modifiche che hanno spinto il sistema verso la sanità privata fino a stabilire, con l’ultima riforma a firma Fontana-Moratti, l’equivalenza tra erogatori pubblici e privati.
I pessimi risultati raggiunti sono la fotografia di una gestione fallimentare di questo governo regionale che ha svuotato il sistema sanitario regionale dei principi di equità, uguaglianza e universalità che erano alla base del sistema sanitario nazionale istituito con la legge 833/1978.
Questo ha comportato la rinuncia a curarsi di una parte sempre più ampia della popolazione e soprattutto colpisce le fasce deboli e con reddito basso (anziani e anziane, pensionate e pensionati, non autosufficienti etc..) che non riescono a sostenere i costi della sanità privata.
Di fronte a questa situazione lo Spi Cgil di Pavia ha lanciato nel mese di febbraio di quest’anno una campagna chiamata “Con la salute non si scherza” che ha lo scopo di aiutare i cittadini e le cittadine, pensionati e pensionate a vedere riconosciuta, così come prevede la normativa, l’erogazione della prestazione sanitaria nei termini indicati dal medico nella prescrizione.
Come fare? Basta rivolgersi alla sede della CGIL più vicina e chiedere del sindacato dei pensionati. I nostri volontari, una volta verificati i requisiti, sottoporranno al richiedente un modulo che sarà inoltrato al responsabile unico delle liste di attesa che ha l’obbligo di risolvere il problema e fissare la data per l’erogazione della prestazione nei termini previsti.
Nel corso di questi mesi abbiamo notato un certo timore dell’utenza a segnalare la propria condizione.
Rivolgersi alle nostre sedi e inoltrare la segnalazione agli uffici competenti non vuol dire mettersi contro qualcuno ma al contrario vuol dire esercitare un diritto alla salute che consentirà di avere nei tempi previsti l’erogazione di un servizio essenziale come può essere quello di fare un accertamento o un controllo di routine.
Il fattore tempo non va assolutamente sottovalutato. Sapere nei tempi previsti una diagnosi o saperla molto tempo dopo, a causa delle liste d’attesa, può fare la differenza.
Ecco perché con la salute non si scherza e chi ha responsabilità politiche dovrebbe semplicemente applicare la Costituzione destinando risorse adeguate al sistema sanitario pubblico che è l’unico che può realizzare i principi che garantiscono a chiunque di poter accedere alle cure e alla prevenzione.
Tutti i casi che sono stati trattati dai nostri uffici sono stati risolti positivamente con l’anticipo di mesi della prestazione rispetto alla prima data di assegnazione da parte del centro prenotazioni.
Pertanto l’invito che rivolgo a chi ha bisogno è quello di non pensare che non si può fare nulla e rassegnarsi a pagare per ottenere una prestazione ma di rivolgersi alle nostre sedi per ottenere la prestazione dal servizio sanitario pubblico o dai centri privati convenzionati pagando solo il ticket se dovuto.
di Riccardo Panella – Segretario generale SPI – Pavia