La relazione con l’altro anche da molto vecchi
La relazione tra le persone è una caratteristica stabile dell’essere umano.
Gli attori della relazione possono variare in base a moltissime circostanze, prima di tutte la loro soggettività.
Quello che non cambia è invece il rapporto, un’entità autonoma, che assume aspetti diversi, ma è sempre un momento oggettivo e positivo.
Tale realtà oggettiva ha un ruolo ad ogni età, è il fondamento degli “anni possibili”.
Anche da molto vecchi, infatti, si conserva la possibilità di fruire di un rapporto e in alcune situazioni particolarmente delicate gioca un ruolo davvero importante.
La relazione è di per se un atto di cura; ogni rapporto comporta infatti anche il farsi carico dell’altro, talvolta senza particolari responsabilità, ma solo attraverso contatti gentili; altre volte, invece, con responsabilità più o meno rilevanti per la crescita umana e il benessere dell’altro.
Molti, in questi tempi difficili, hanno perso la fiducia nella relazione: troppa stanchezza, troppi abbandoni, troppa solitudine non voluta, imposta dalle circostanze.
Per loro la vita non è più un momento di possibile libertà, ma una condizione di sofferenza senza sosta, che tende a comprimere gli spazi della vita.
A loro è doveroso offrire sempre una relazione, qualsiasi ne sia l’accoglienza.
L’esperienza insegna che davvero questa agisce indipendentemente dalle circostanze, è sempre positiva, lascia una traccia che nel tempo potrà permettere di costruire, talvolta casualmente, uno spunto di crescita, di vita.
La relazione all’interno della famiglia può, a volte, risultare critica, ma è invece il primo luogo dove la relazione può esercitare effetti positivi collegando gli anziani con le altre generazioni.
La relazione sul luogo del lavoro è un altro aspetto di rilevante interesse per la persona anziana, quando non ha cessato il proprio impiego.
Il lavoro rappresenta una modalità indiscutibile per restare legati al grande fiume della vita: può essere quello del passato, oppure un nuovo impegno o un servizio volontaristico.
Il lavoro permette la relazione con altri, lo scambio di informazioni e di conoscenze; è quindi sempre al centro di una rete relazionale, che rende “possibili” gli anni della vita.
La relazione è una condizione essenziale anche quando il lavoro finisce; è un tempo che non deve essere caratterizzato da chiusure, delusioni, rinunce.
La relazione è essenziale per combattere la tentazione di ritirarsi, di concentrarsi sul proprio interesse immediato, sul proprio corpo e i suoi immancabili momenti di crisi.
Articolo di Aldo Lazzari, tratto da “Il ponte”, settembre 2022