cammino materano

Il cammino di cui desidero parlare questa volta e che ho percorso nello scorso mese di Aprile, appartiene al numeroso reticolo di strade e cammini italiani sparsi su tutta la penisola e di cui la Via Francigena, che attraversa per intero la nostra città, ne è l’espressione più importante.

Ma prima di dire del “Cammino Materano”, questo è il nome dell’itinerario percorso, mi piace raccontare come ne sia venuto a conoscenza e come l’entusiasmo di chi per primo me ne abbia parlato, mi ha convinto a percorrerlo.

Sono state la passione e il calore con cui un giovane gestore di una baita di montagna della val d’Ayas, raccontandomi la sua esperienza sul Cammino Materano, i suoi incontri, la calda ospitalità ricevuta, le peculiarità morfologiche del territorio attraversato, che mi hanno persuaso a percorrerlo ed ora a parlarne.

Il Cammino Materano è un itinerario di circa 160 chilometri che, nel contesto di una più vasta rete di Cammini del Sud, mette in comunicazione Bari con Matera e che nell’intento dei suoi ideatori, costituisce un avvicinamento alla storia ed alla cultura di Puglia e Basilicata.

Il percorso parte dalla città di Bari, partenza che è a tutti gli effetti anche meta di un costante pellegrinaggio da Oriente ed Occidente, alla splendida basilica romanica di San Nicola dove sono conservate le reliquie dell’omonimo santo, trafugate alla fine del XII secolo da Myra (attuale città della Turchia), per sottrarle all’inarrestabile avanzata musulmana in Asia Minore.

Si prosegue quindi per i paesi di Bitetto, Cassano delle Murge e Sant’Eramo in Colle nella progressiva salita verso l’altopiano delle Murge attraversando vasti territori di uliveti e mandorleti costeggiati dagli immancabili muretti a secco e dalla presenza di antiche masserie che testimoniano la vocazione agricola del territorio.

L’itinerario incontra poi Altamura, famosa più per il suo pane che per il cosiddetto “Uomo di Altamura”, conservato nel museo archeologico nazionale della stessa città e risalente a circa 150.000 anni fa.

Le ultime tappe del cammino passano per Gravina in Puglia, che si estende sulle sponde di un profondo canyon le cui pareti sono disseminate da grotte che nel corso dei secoli sono state adattate a funzioni abitative, produttive e di culto. Famosa è la chiesa rupestre della Madonna della Stella, così chiamata dopo il ritrovamento dell’affresco di una Vergine con bambino con una stella sulla fronte.

Si prosegue per il Santuario di Santa Maria di Picciano per giungere alla meta finale di Matera i cui “Sassi” sono stati riconosciuti nel 1993 dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

La città, che dispone di un bellissimo museo archeologico, di un museo d’arte medievale e di alcune belle chiese romaniche, è salita alla ribalta turistica internazionale dopo che alcuni film girati nei Sassi ne hanno sancito la originalità, peraltro già ben raccontata nel romanzo autobiografico di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”.

Il mio racconto termina qui e comunque non prima di rivolgervi l’invito a intraprendere l’esperienza di un cammino sia tra le innumerevoli proposte italiane che sui più noti cammini spagnoli perché, come diceva Sant’Agostino, la vita è come un libro e chi non viaggia è come se ne leggesse solo la prima pagina.

Articolo di Claudio Vai tratto da “Il ponte”, settembre 2024